Il Gatto nell'arte

 

Pittura

La prima rappresentazione pittorica non poteva non risalire agli egizi, che con i loro dipinti funerari dedicati al gatto ci hanno messo a conoscenza di quanta importanza aveva quest'ultimo per loro.

1450 A.C., frammenti di affresco, Tebe

Con i greci invece non andò benissimo, dato che la loro fierezza non si conciliava con l'istinto ribelle del gatto. Di conseguenza, le rappresentazioni feline scarseggiano.
Al contrario, i romani raffiguravano il gatto su scudi e stendardi proprio per il suo carattere indipendente e predatorio.
Anche sotto il cristianesimo le rappresentazioni furono numerose, ma questa volta in senso negativo visto che tendevano a far apparire il gatto come un essere diabolico, malvagio, simbolo del peccato.
La rivalutazione giunse insieme al genio di Leonardo da Vinci che arrivò a definire "un capolavoro" il piccolo felino. A lui dedicò studi in cui lo raffigura nei suoi atteggiamenti abituali: di lotta, di gioco, di caccia, di pulizia personale.
Alla fine del 1500 il gatto era totalmente riabilitato, era tornato ad essere un animale domestico e casalingo. La caratteristica più sfruttata a livello pittorico fu quella di essere ladro.
L'ingresso nell'arte moderna fu un trionfo: Manet, Toulouse-Lautrec, Renoir, Gouguin, dedicarono al gatto uno spazio sulle loro tele. Anche un grande esponente dell'arte contemporanea come Andy Warhol non si dimenticò del nostro felino.

 

Letteratura

Con il suo fascino il gatto è da sempre fonte di ispirazione per letterati di ogni genere: Esopo, Fedro, Cicerone, Plinio il Vecchio, Erodoto, solo per citare i primi.
Ma come non raccontare di Petrarca, il quale pretese che alla sua morte il suo gatto fosse soppresso, imbalsamato e tumulato in una preziosa nicchia sulla quale si può leggere:"secondo solo a Laura"!
Torquato Tasso non fu da meno dedicando, ormai cieco e morente, un sonetto alla sua gattina chiedendogli di illuminare il foglio con i suoi luminosi occhi.
Victor Hugo era talmente grato al suo gatto che arrivò a costruire, per lui, un comodo trono.
Gattofili illustri furono anche Sartre, Prèvert, Dickens, Neruda, Hemingway; è il gatto il migliore amico dello scrittore.

 


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